traduzione di questo articolo su Intercept
I RISULTATI DI QUESTE ELEZIONI DI META’ MANDATO DANNO A TUTTI QUEL TANTO CHE BASTA PER CONTINUARE A LITIGARE
di Ryan Grim
Gli elettori e le elettrici sono andati alle urne martedì con la schiacciante convinzione che l’economia americana goda di ottima salute e che il paese si diriga nella direzione sbagliata. Gli stessi che hanno fatto aumentare il numero di numeri di votanti che poi il sistema elettorale della nazione si è dimostrato non in grado di gestire, come risultato si sono avuti scanner e macchine per il voto rotti. Le file si allungavano nelle vie, attorno agli angoli e nei parcheggi mentre chi doveva votare ha atteso per ore.
Durante la notte ,mentre venivano contati i voti, è diventato evidente che ci sarebbe stata molta poca chiarezza. I democratici, in base all’affluenza storica – prodotto di due anni di organizzazione popolare post-Trump – hanno preso il controllo di una Camera dei rappresentanti i cui distretti elettorali erano stati meticolosamente modificati per favorire il partito, per assicurare che non sarebbero mai stati in grado di fare proprio quello che hanno fatto. I democratici hanno anche ottenuto importanti vittorie nelle capitali degli stati, ottenendo la carica di governatori in Kansas, Illinois, Wisconsin, Michigan e Maine.
In pratica l’energia liberale , quando non è stata annullata dall’affluenza del GOP ((ndt: GOP= Grand Old Party – i repubblicani)) , ha dato ai Democratici il pieno controllo dei governi statali in Colorado, New York, Maine, New Mexico e Illinois. Il Minnesota ha cambiato colore passando al blu, così come la Camera e il Senato del New Hampshire, mentre i democratici hanno ottenuto almeno 10 seggi nel Texas. La vittoria di New York ha inaugurato non solo la senatrice entrante Julia Salazar, ma anche almeno una dozzina di senatori sostenuti dal Working Families Party, mettendo fine ad un’era della regola dei “tre uomini in una stanza” ad Albany.
Importanti iniziative di ballottaggio progressivo sono state approvate: in Florida l’emendamento 4 ((ndt: IV Emendamento
Il diritto dei cittadini di godere della sicurezza personale, della loro casa, delle loro
carte e dei loro beni, nei confronti di perquisizioni e sequestri ingiustificati non
potrà essere violato; e non si emetteranno mandati giudiziari se non su fondati
motivi sostenuti da giuramento o da dichiarazione solenne e con descrizione
precisa del luogo da perquisire e delle persone da arrestare o delle cose da
sequestrare)) ha ottenuto ben oltre il 60% di cui aveva bisogno per ripristinare il diritto di voto alle persone condannate per crimini. Altrove, si è ampliato il MedicAid nell’Idaho, aumentato il salario minimo nel Missouri e legalizzato l’erba in Michigan.
Il presidente Donald Trump sarà in grado di sondare quel panorama e rivendicare la difesa per l’aumento della sua retorica razzista nelle ultime settimane di campagne L’incapacità di stendere ed eliminare direttamente Donald Trump farà intensificare le tensioni all’interno del Partito Democratico, diviso tra la sua ala progressista, che vuole appoggiarsi ai suoi “small-dollar” sostenitori e correre come unico partito privo di corruzione corporativa, e la sua ala centrista, che sostiene che solo con il denaro delle aziende e una piattaforma inoffensiva i democratici possano prendere il potere
COME TUTTO IL RESTO, i risultati della Camera sono stati contrastanti. I Democratici a tutti gli effetti hanno funzionato come la classe più progressista di sfidanti di una generazione. Ma il più progressivo di loro – quelli che speravano di dimostrare che un messaggio audace poteva portare distretti rosso scuro – è venuto meno. Richard Ojeda ha perso nel West Virginia; J.D. Scholten ha perso 11.000 voti contro il nazionalista bianco Steve King in Iowa; a Omaha, Nebraska, Kara Eastman, che il partito nazionale ha combattuto durante le primarie, stava trascinandosi fino a tarda notte; a Syracuse, New York, Dana Balter, per la cui candidatura il partito si è battuto, ha perso; Leslie Cockburn ha perso nelle campagne della Virginia; e Jess King ha perso nelle campagne della Pennsylvania.
Alcuni dei candidati centristi che la Commissione Democratica per il Congresso ha sostenuto nelle primarie contestate hanno vinto le loro gare. Jason Crow è emerso vittorioso in Colorado, Elaine Luria si è riconfermata in Virginia, così come Lizzie Pannill Fletcher in Texas, allineando il genere di vittorie che incoraggeranno la leadership del partito a continuare a intervenire nelle primarie contro candidati ritenuti troppo progressisti.
Tuttavia, la ristrettezza della vittoria della Camera dei Democratici – è stata un’ondata blu, ma senza tsunami – lascia al leader delle minoranze Nancy Pelosi poco spazio di manovra, e la natura conflittuale dei risultati aumenterà la pressione su di lei per farsi da parte.
Anche le sfide dei governatori PIÙ GUARDATE hanno offerto risultati duri per i democratici.
Per Trump la sfida fondamentale era in Florida, sia per le sue conseguenze sulle presidenziali del 2020 sia per il suo personale legame con la sfida dove Trump ha sostenuto il rappresentante Ron DeSantis nelle primarie governatoriali repubblicane. I sondaggi hanno mostrato il progressista Andrew Gillum con un notevole vantaggio su DeSantis, la cui stessa retorica razzista ha eguagliato quella del presidente, tuttavia DeSantis è stato dichiarato vincitore nella serata di martedì. Il governatore uscente della Florida Rick Scott, che è in carica dal 2011 e ha dichiarato la vittoria nella sua corsa per il Senato degli Stati Uniti martedì, è stato coinvolto in diverse controversie legate alla soppressione degli elettori.
In Georgia, Brian Kemp, l’estremista repubblicano incaricato di contare i voti come segretario di stato, era davanti a Stacey Abrams, anche se la sfida andava verso un ballottaggio. Beto O’Rourke del Texas, che era stato un porto sicuro per le speranze dell’ultimo minuto dei progressisti in tutto il paese, è caduto a circa 200.000 voti in meno contro il senatore di estrema destra Ted Cruz.
Eppure, era al Senato che i Democratici hanno sofferto le più grandi battute d’arresto. Il terreno è stato così sfavorevole per il partito che i democratici sono riusciti a vincere circa 9 milioni di voti in più dei repubblicani nelle corse del Senato (aiutato dalla presenza di due democratici al ballottaggio in California), eppure continuano a subire una perdita netta di almeno tre seggi. – lasciando cadere Dakota del Nord, Florida, Missouri e Indiana, mentre raccoglieva il Nevada. Ancora una volta, i risultati sono complicati: i progressisti Sherrod Brown e Tammy Baldwin hanno vinto in modo convincente rispettivamente nell’Ohio e nel Wisconsin. Ed è stato in Wisconsin che il genio dei democratici, il governatore Scott Walker, è stato messo fuori combattimento.
Trump, centristi Democratici e progressisti del partito hanno subito tutti delle sconfitte, ma ognuno ha vinto quel tanto che basta per essere in grado di dimostrare che il loro approccio è quello giusto. E così, andiamo avanti.